
L’articolo del mese: Mucidula mucida
Nome scientifico: Mucidula mucida (Schrad.) Pat.
Famiglia: PHYSALACRIACEAE
Tra gli sporofori più belli in assoluto, dall’aspetto delicato e quasi etereo, Mucidula mucida si presenta di colore grigio chiaro o bianco avorio e spesso in condizioni di umidità è ricoperta da una membrana viscida al tatto (da qui l’epiteto specifico “mucida” dal latino mucus, muco) che le conferisce il suo inconfondibile aspetto.
È una specie che cresce dalla tarda estate all’autunno avanzato in fascia temperata in ambiente montano, fruttifica sia su tronchi marcescenti a terra, sia su alberi di latifoglie, preferibilmente di faggio (Fagus sylvatica).
La crescita di solito è gregaria o più raramente subcespitosa (due o al massimo tre esemplari uniti alla base). È facile da determinare sul campo in quanto non ha specie simili per il colore, la quasi trasparenza della carne, il gambo non separabile dal cappello e per la sua eleganza.

Il pileo (cappello)ha tra i 3-10 cm di diametro, inizialmente convesso poi progressivamente spianato a maturità con la superficie nettamente glutinosa, appiccicosa e lucida di colore bianco-perla, spesso con una sfumatura ocracea pallida al centro, privo di umbone, poco carnoso.
Con il tempo asciutto diventa completamente bianco, da liscio a ruvido con il margine molto sottile quasi trasparente man mano che si estende. La pileipellis (la cuticola che lo riveste)è elastica e separabile completamente dal cappello. Le lamelle sono piuttosto rade, bianche e adnate al gambo, molto alte e spaziate, con il tagliente dentellato intervallate da numerose lamellule, concolori al cappello.

Lo stipite (gambo) è cilindrico, centrale, pieno, sodo, sempre leggermente ingrossato verso la base con colorazioni brunastre, provvisto di evidente anello di consistenza membranacea e persistente, concolore al gambo nella parte superiore e più scuro in quella inferiore. La carne è tenera, di consistenza elastica nel pileo, più tenace e fibrosa nello stipite, immutabile al taglio con odore e sapore poco significativi.
È senza valore alimentare e da considerarsi specie non commestibile.
Prende il nome popolare anglofono “porcelain fungus”, fungo di porcellana, per la sua superficie liscia e lucente che ricorda appunto la porcellana.
Talvolta si presenta costellato di goccioline d’acqua che scintillano come perle al sole, regalando un tocco di magia a chi la incontra nel bosco.
Curiosità: Si è scoperto che rilascia un potente fungicida che scoraggia o addirittura annienta i concorrenti. Noti come strobilurine, questi tipi di agenti antifungini sono sempre più utilizzati per proteggere le colture dagli attacchi di oidio e altri microfunghi. Sebbene successivamente migliorati dai chimici industriali, i primi fungicidi a base di strobilurine sono stati isolati da funghi come Mucidula mucida e da un’altra specie che prende il nome di Strobilurus tenacellus da cui questi tipi di agenti prendono il loro nome comune “strobilurine”.
Marialuisa Aceto