Festa degli auguri e del cinquantenario 2023 – Alatri (FR) 9 Dicembre 2023

Festa degli auguri e del cinquantenario 2023 – Alatri (FR) 9 Dicembre 2023

12 Dicembre 2023 di A.M.E.R.

Anche quest’anno abbiamo voluto festeggiare il Natale con i nostri soci, abbinandoci anche il nostro cinquantenario visto che l’Associazione è nata nel lontano 1973!

Appuntamento tra tutti i soci arrivati con il pullman e con i mezzi propri alle ore 10 al parcheggio di Porta San Francesco ad Alatri.

Alle ore 10.15, in una fredda ma splendida giornata di sole, ci ha raggiunto Francesca, la nostra bravissima guida turistica, per iniziare la mattinata insieme all’insegna dell’arte e della religione..Visto il numero elevato di partecipanti abbiamo dotato tutti i nostri soci di cuffiette per poter ascoltare meglio il racconto di Francesca per le vie e le bellezze della città.

Le origini di Alatri sono legate alla popolazione degli Ernici, un antico raggruppamento italico a cui si attribuisce, intorno al VII secolo a.C., la costruzione dell’Acropoli e delle possenti mura megalitiche che circondano il centro abitato e custodiscono il ricco patrimonio del Borgo.

Siamo partiti dalla piazza di Santa Maria Maggiore, sicuramente la piazza più importante di Alatri ed in particolare dalla collegiata di Santa Maria Maggiore. Fu costruita nel V secolo, sulle rovine di un tempio dedicato alla dea Venere, ed era originariamente dedicata alla Vergine e al Salvatore. È citata per la prima volta nel 1137. In epoca romanica venne ampliata più volte, ma nel XIII secolo fu sottoposta, per opera di maestranze borgognone, ad una radicale trasformazione che le ha conferito le linee romanico-gotiche oggi visibili.

L’esterno della chiesa si caratterizza per una facciata a capanna, risalente al XIV secolo, che presenta tre portali decorati da lunette affrescate: quella del grande portale centrale, protetta da una forte strombatura, reca una Madonna col Bambino del tardo Trecento; quelle laterali sono ormai cancellate, come gli affreschi posti fra le porte, un San Cristoforo e un’Annunciazione, originariamente protetti da un portico sorretto sul davanti da quattro colonne che fu abbattuto nella seconda metà dell’Ottocento. Immediatamente al di sopra del portale centrale si apre il magnifico rosone. Il campanile fu aggiunto nel 1394, come documenta una lapide con lo stemma di Bonifacio IX (il riferimento al papa, cioè le chiavi di san Pietro, è separato dallo stemma).

La Madonna di Costantinopoli, scultura lignea policroma completata da un grande polittico istoriato, restaurata nel 2019, è custodita nella prima cappella della navata sinistra, certamente l’opera più preziosa conservata nel luogo sacro. È stata realizzata da un anonimo artista laziale tra il XII e il XIII secolo e, pur condizionata dagli influssi dell’arte bizantina, si distingue per un grande plasticismo. La Vergine appare solenne e severa nella sua immobilità, e regge nella mano sinistra un uovo, simbolo della vita e della resurrezione; il rotolo della Legge nella mano sinistra del Bambino evoca l’autorità divina.

Il trittico del Redentore è un’opera di Antonio da Alatri, l’unica firmata, dipinta nella prima metà del XV secolo con accenno all’arte tardogotica tipica dello stile di Gentile da Fabriano, e collocata nella prima cappella: il trittico è costituito da tre tavole di cui quella centrale raffigura il Salvator Mundi o Cristo benedicente, le due laterali la Vergine con il Bambino e San Sebastiano. Le tre tavole sono incernierate in modo che le due laterali possono chiudersi su quella centrale.

Ed infine Il fonte battesimale, posto a destra del presbiterio, è di particolare interesse. La vasca è sorretta da tre telamoni in differenti posizioni: costituivano originariamente la base di una colonna-candelabro utilizzata per sostenere il cero pasquale.

Usciti dalla Chiesa ci siamo diretti verso l’Acropoli di Alatri, fulcro storico e turistico, chiamata anche “Civita e collocata nella parte più alta del borgo. Al centro dell’Acropoli si erge la Cattedrale di San Paolo edificata nel periodo alto medievale. L’Acropoli è strettamente legata all’origine della cittadina Ciociara. Un’antica leggenda romana vuole che fosse una delle “città ciclopiche”, fondate nel XIII secolo a. C. dal mitico popolo dei Pelasgi, diretti discendenti del dio Saturno. A questo remoto passato (VI-VII secolo a. C.) risalgono la cinta muraria in opera megalitica e l’imponente Acropoli, di forma trapezoidale, detta anche “Civita”. Tutt’oggi è fonte di dibattito la data di costruzione dell’Acropoli di Alatri. L’archeologia ufficiale ne sostiene l’origine ernica mentre alcuni studiosi la collocano al VI secolo a.C.

…e durante il nostro giro sulle mura perimetrali non poteva mancare di certo una bella foto di gruppo.

Prima di lasciare l’Acropoli abbiamo visitato la Cattedrale di San Paolo..eretta al centro della spianata dell’acropoli stessa, sui resti di un antico ierone (altare ernico) e di un tempio dedicato a Saturno. Notizie di un’antica cattedrale risalgono a prima del Mille: infatti dai documenti d’archivio si è a conoscenza di un capitolo della cattedrale nel 930. Sotto il pontificato di papa Innocenzo II (1130-1143) furono traslate ad Alatri le reliquie del martire papa Sisto I, ed in questa occasione l’antica cattedrale fu rinnovata; l’altare maggiore fu completato nel 1156. Ulteriori arricchimenti si operarono nel XIII secolo, quando furono aggiunti il pluteo e l’ambone, opera dei Cosmati, per la visita in città di papa Onorio III: di questi elementi architettonici oggi si conservano nella chiesa preziosi resti.

Abbiamo terminato la visita della cittadina con la bella Chiesa di San Francesco. Si caratterizza all’esterno per la struttura compatta, in stile gotico; la severa facciata, a capanna, presenta un unico portale archiacuto, di piccole dimensioni, a cui si accede da un’ampia scalinata, e un grande rosone a colonnine radiali che si è mantenuto inalterato dalla sua costruzione, e che nel centro riproduce il motivo del rosone della collegiata di Santa Maria Maggiore. A fianco alla facciata è presente un campanile che è stato immesso molti anni dopo la costruzione della chiesa stessa. L’interno è in un’unica navata con caratteristiche tipicamente barocche, ed in più ci sono varie testimonianze pittoriche del XIV e XV secolo. Nella chiesa è inoltre conservato un mantello che sarebbe appartenuto a san Francesco d’Assisi (esposto in una teca) e che sarebbe stato donato personalmente dal santo, nel 1222, ai confratelli dello scomparso monastero di Sant’Arcangelo.

Alle 13.10 abbiamo ripreso il pullman a Porta San Francesco per recarci presso un tipico ristorante della zona dove siamo stati accolti da Cinzia e Donatella, le due sorelle che gestiscono questo scrigno di famiglia.

Il locale è davvero molto bello, trattandosi della vecchia casa della nonna, che con amore e sapienza è stata adattata a ristorante, con 3 salette attigue accoglienti e molto ben riscaldate (qualcuno ha detto anche troppo) vista la presenza di un camino e di stufe a legna davvero molto efficienti.

Il menù è stato davvero interessante e molto apprezzato. Una menzione per il piatto “clou”, quello che ha riscosso il maggior successo tra i commensali, stiamo parlando dei “tartalicchi”, un dolce tipico della ciociaria, una certa similitudine con i nordici Krapfen e davvero buoni… insieme con delle ciambelline al vino rigorosamente “home made”, il tutto all’interno di un colorito brindisi per un sereno e felice Natale 2023.